Dove non siamo

Rileggendo il post (il cui testo ho inserito fra le pagine fisse di questo blog, Lightness on the edge of town) che inaugurava il mio amatissimo posto_delle_fragole, così pieno di citazioni altisonanti, di dichiarazioni programmatiche, percepisco ancora, a distanza di due anni, l'entusiasmo e l'ambizione che si prova ogni volta che si comincia un viaggio, un'avventura, un'impresa cui si tiene in modo particolare: sentimenti in parte diversi da quelli che provo adesso nel presentare questo nuovo angolo di web che, in fin dei conti, è la continuazione del vecchio. Ma due anni sono passati e, con un nuovo inizio, mi sembra utile sottolineare cosa cambia e cosa rimane della esperienza che si conclude, come quando, girando pagina, iniziando un nuovo capitolo, ci si attarda qualche secondo a riflettere su quello che si è letto.

Non cambia certo il mio personale gioco a nascondere, il mio desiderio di eclissarmi dietro le cose che più amo, consapevole di disciogliermi un po' in ognuna di esse un po' come in un immaginario cupio dissolvi. Non cambia il senso ultimo di questa esperienza: resta sempre il luogo del ritorno, il rifugio nei ricordi e nelle cose più care, ma purtroppo questo, quel bergmaniano posto_delle_fragole, con l'orientamento che col tempo assumono i miei occhi, assomiglia sempre più a una tana del diavolo che annida dubbi, incertezza sul futuro, sfiducia nelle persone, incomprensione del tempo. È il riflesso di una società che si fatica a capire, in cui si fatica ad inserirsi, in cui non si riesce a sintonizzare perfettamente il proprio mondo con il mondo esterno.

Ho deciso: via di qui i clamori inspiegabili di questo angosciante altro-da-sè.

A farmi compagnia allora saranno pochi amici, alcuni in carne ed ossa, se lo vorranno, altri sottoforma di musica, cinema, libri, destinatari delle mie passioni e del mio personale, speciale modo di interrogare il mondo.  A presto.

C'ero anch'io, a Milano, quella notte...